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Isole comprese – intervista con Alessandro Pedivellano e Gian Luigi Trudu

Categorie: Podcast

PUNTATA 12 DI “LE CHIAVI DI CASA”, UN PODCAST DEL GRUPPO TECNOCASA

Nella puntata di oggi i Capi Area di Sardegna e Sicilia ci parlano delle opportunità che offre il Gruppo Tecnocasa nelle rispettive isole, di progetti, di ricordi e aneddoti legati alla loro esperienza. Fra detti popolari, segreti sulla longevità e storie ispiratrici di giovani che si sono affermati, Alessandro Pedivellano e Gian Luigi Trudu si raccontano ai microfoni di “Le Chiavi di Casa”.

Di seguito la trascrizione della puntata del podcast.

Bentrovati a una nuova puntata del nostro podcast io sono Matteo Ranzini. Oggi invece di un ospite raddoppiamo e ne abbiamo due per creare un ponte ideale tra due isole. Infatti sono con noi Alessandro Pedivellano, Capo Area Sicilia.

Alessandro Pedivellano: Buongiorno a te.

E Gian Luigi Trudu, Capo Area Sardegna.

Gian Luigi Trudu: Buongiorno a voi.

Gianluigi partiamo dalle basi, ovvero che cosa significa essere un Capo Area, quali sono gli incarichi e le responsabilità connesse a questa figura?

Gian Luigi Trudu: La figura del capoarea rappresenta un riferimento per la rete immobiliare sul territorio. Per sintetizzare possiamo dire che il Capo Area rappresenta il franchisor, condivide con la rete tutte le indicazioni aziendali, raccoglie anche delle istanze che il territorio specifico può portare al franchisor. Inoltre pianifica insieme a tutto lo staff di consulenza lo sviluppo sul territorio in termini di apertura di agenzie e di copertura del territorio.

Alessandro, voi operate in territori meravigliosi, stiamo parlando della Sicilia, della Sardegna, a livello paesaggistico, storico, anche del calore umano. Si dice, però, che a livello infrastrutturale queste realtà offrano poche opportunità: quindi come il Gruppo Tecnocasa e voi nel vostro ruolo, di riflesso, possono offrire opportunità ai ragazzi e alle ragazze volenterose di talento?

Alessandro Pedivellano: Sì, offrono poche opportunità per fattori noti e anche meno noti che chi vive il territorio conosce molto bene. Però dal 1994 il Gruppo Tecnocasa in Sicilia ha cambiato la vita a tanti giovani di allora, ha puntato sul senso di rivalsa, di riscatto sociale che è nel DNA siciliano. E la cosa bella è che il territorio ha ancora tanto da offrire, perché ci sono tantissime zone libere, tante zone da conquistare, tante zone dove emergere. Da agente immobiliare prima, e perché no, da imprenditore poi, diciamo che il meglio deve ancora venire.

E a proposito di crescita e di giovani, voi siete professionisti affermati, ma ve lo ricordate il vostro primo giorno in questa realtà?

Alessandro Pedivellano: Me lo ricordo benissimo il mio primo giorno. Ricordo il giorno del colloquio: mio padre era un cliente che aveva dato incarico all’agenzia, quindi io sono figlio del cosiddetto “passaparola” tra clienti. Mi propose all’agenzia di riferimento, era il 3 luglio del 1996 e feci talmente una bella impressione che mi dissero: ci vediamo a settembre. Evidentemente non era andata così bene. Io li presi in parola e mi presentai a settembre. Ricordo l’ambiente avvolgente, molto proiettato alla crescita, c’erano tantissimi colleghi che in quel momento avevano aperto e stavano per aprire delle agenzie. Quindi il sottoscritto, allora giovane diciannovenne, venne proprio avvolto da quel clima. Ricordo l’organizzazione, l’accoglienza del responsabile di allora, ricordo una sorta di voglia atipica per come mi avevano raccontato nel mondo del lavoro, di trasmettere le competenze, di trasferire qualcosa. Avevo saputo da parenti e da amici che nelle aziende, nel mondo del lavoro in generale, era tutto il contrario. Quindi per me quel primo giorno fu un imprinting importantissimo per il prosieguo della militanza nel gruppo.

Gian Luigi, la tua istantanea di quella giornata?

Gian Luigi Trudu: Ne ricordo più di una perché sono stati tutti i momenti indelebili. Sicuramente era un periodo molto importante per me, avevo 23 anni e per entrare nel gruppo lasciavo un lavoro sicuro, con un contratto a tempo indeterminato. Mi ricordo che mi colpì molto il Convegno regionale, fui invitato a vivere questo momento, questo evento che per noi ormai è una tradizione, e mi colpì molto l’entusiasmo generale. Questi ragazzi che venivano premiati per aver raggiunto i risultati migliori. Vedevo nei loro volti che realmente realizzavano un sogno e per me che venivo da un ambiente completamente diverso, fu stravolgente. Ecco, quello mi fece arrivare il messaggio “si può fare”. E allora lì decisi di iniziare a lavorare nel Gruppo.

Gian Luigi, siete uomini di sviluppo e quindi sempre proiettati a qualcosa di nuovo, a dei progetti. Qual è un progetto o un sogno che speri di vedere realizzato anche in merito al lavoro che state portando avanti?

Gian Luigi Trudu: Siamo gente molto concreta, sempre molto orientata ai risultati. Quindi la prima cosa che mi verrebbe da dire sarebbe: riuscire in Sardegna, nel nostro piccolo spazio, a portare agenzie Tecnocasa e Tecnorete ovunque, coprire tutto il territorio. In realtà il progetto vero è quello di costruire le nuove generazioni, quindi trasferire a tutti i giovani, a tutti i ragazzi, quel sentimento che ci ha portato fino a qui, facendo in modo di rendere ancora più qualificato il nostro mestiere, la nostra professione e trasferire tutte queste cose ai clienti che ogni giorno ci danno fiducia e sono quelli per cui oggi noi possiamo essere qui.

Raccolgo le parole di Gian Luigi come fossero un assist per te, Alessandro, perché oltre la quotidiana operatività in agenzia sul territorio mi risulta che organizziate anche eventi per creare coesione, quel famoso team building di cui spesso si parla oggi. Ci racconti qualche esperienza?

Alessandro Pedivellano: Beh, organizziamo tante attività. Scherzando, ma forse non troppo, qualche nostro affiliato dice che da noi si fanno le cene, le feste, gli eventi, i convegni, le attività e poi anche si lavora. Questo in realtà vuole essere un modo per trasmettere al mondo esterno quanto determinante sia nel nostro ambiente, creare un contesto leggero, un ambiente dove si possa lavorare con tranquillità, con serenità, senza nulla togliere al business che portiamo avanti. Quindi noi facciamo tantissime attività perché crediamo che il Gruppo Tecnocasa sia un’azienda leader in termini di strumenti, di servizi, di metodo, però vada vissuta a 360°. Da noi viene vissuta come una seconda famiglia. Siamo convinti che senza questo tipo di approccio non sarebbe la stessa cosa. Motivo per il quale queste attività hanno l’obiettivo di rendere gli ambienti leggeri, divertenti, aggreganti, ma soprattutto quello di renderci coesi, di fare esaltare ed emergere quel famoso riscatto che dicevamo essere tipico del nostro DNA.

Gian Luigi, tu sei di fronte ad un giovane e devi usare una parola, una motivazione, una frase per dargli la spinta decisiva a entrare in questo gruppo. Che parola, che termine useresti?

Gian Luigi Trudu: Sicuramente opportunità, può sembrare banale, ma in realtà è fondamentale trovare un contesto dove potersi esprimere liberamente, riuscire a raggiungere dei risultati che trovano poi riscontro anche in un premio attraverso la crescita professionale. Credo che possa essere una fortissima spinta per un giovane.

Alessandro, c’è stata una parola, una promessa che ti hanno detto e che ti ha convinto ad accettare questa sfida professionale?

Alessandro Pedivellano: Se ti riferisci ai miei inizi direi “Meritocrazia”, l’idea che il merito fosse un valore mi ha sempre affascinato. Nel Gruppo Tecnocasa per emergere, per rimanere, devi andare avanti con le tue forze e quindi il concetto di meritocrazia mi ha sempre affascinato e mi ha sempre fatto tirar fuori il meglio possibile e di conseguenza è importante trasmettere questo ai giovani del gruppo. Vai avanti solo se ti impegni, solo se dai il massimo, solo se lavori sui tuoi inevitabili errori. C’è poi uno slogan che è “Testa alta e pedalare”, che ha contraddistinto l’area negli ultimi anni. Lo slogan è in contrasto col famoso “Testa bassa e pedalare” dei ciclisti. Per noi è testa alta perché indubbiamente devi sempre andare avanti, devi agire sempre a testa alta, perché devi guardare il percorso, te lo devi godere, devi guardare chi hai a fianco, devi sfruttare le relazioni, fare in modo di non avere i paraocchi ma uno sguardo consapevole.

Domanda che rivolgo ad entrambi e che riguarda una situazione legata all’apertura di un’agenzia, ad un agente della nostra rete per il quale siete stati fondamentali. Vi ricordate un episodio che vi ha gratificato e ancora vi gratifica?

Gian Luigi Trudu: Siamo circondati di questi episodi, perché sono continui, avvengono ogni giorno, non mi viene un momento specifico. Posso dire che in tutti questi anni ho avuto la fortuna di partecipare alla crescita e alla formazione di giovani che magari a 18, 19 anni potevano non avere un futuro chiaro davanti. Quindi metterli in un contesto lavorativo, aiutarli a diplomarsi, a prendere il patentino, ad aprire un’azienda, per me è stato motivo di orgoglio. Non ho la presunzione di affermare di essere stato fondamentale, ma l’orgoglio di aver partecipato a questi episodi, a questi momenti di crescita di un giovane, credo che quello sia il tesoro più grande che questa azienda ci abbia e ci regali tutt’oggi.

Dal tuo punto di vista, Alessandro?

Alessandro Pedivellano: Approvo totalmente quello che ha detto Gigi, sono veramente tanti i giovani ai quali abbiamo contribuito questi anni a cambiare la vita. C’è un elemento che maggiormente mi rende felice: quando ho iniziato a lavorare mi avevano sempre detto che attorno al tema della nostra professione, della casa, c’è un qualcosa di molto sentito, di molto responsabilizzante, di molto sociale, perché dietro la casa si forma la famiglia, si costruisce il proprio nucleo. Questo elemento negli anni è stato parallelo alla nostra crescita professionale e si è traslato sui giovani. Una volta da noi selezionati, una volta che a loro dedichiamo il tempo per trasferire una professione e loro fanno sì che questo accada si costruiscono anche delle famiglie. Quindi la cosa che mi rende felice di questi anni, oltre alla crescita professionale, è il fatto di aver contribuito, scegliendo le persone e sostenendole, al fatto che abbiano potuto crearsi delle famiglie. Oggi ci sono affiliati che hanno famiglia, si sono realizzati, hanno figli, hanno aperto altre agenzie. Ecco, vederli realizzati dal punto di vista non solo professionale ma anche personale mi rende felice.

Abbiamo detto che dobbiamo creare un ponte tra le due isole. E allora giochiamo un po’ come facciamo sempre nel finale dei nostri podcast. Il Gruppo Tecnocasa è sempre vicino al territorio, conosce capillarmente il territorio, quindi vuol dire che è vicino alle persone, alla loro cultura. Se doveste insegnare rispettivamente l’uno all’altro un modo di dire, un’espressione del vostro dialetto, quale utilizzereste?

Gian Luigi Trudu: Questa secondo me l’ha inventata un comunicatore “ante litteram” e dice: Appicca su burricu a ube voli su meri…letteralmente significa “Lega l’asino dove vuole il padrone”. In sostanza sintetizza l’importanza di ascoltare le esigenze dell’interlocutore e non avvicendarti a fare proposte che chi ti ascolta non è interessato.

Io non ce la farei a ripetere, non lo so Alessandro…

Alessandro Pedivellano: No, no, non è non è fattibile, perché la loro lingua è tutta loro…come la nostra…

E tu, Alessandro… dacci una perla.

Alessandro Pedivellano: Sono tante…che in parte hanno caratterizzato anche la crescita del nostro lavoro. Da noi, non so da te Gigi, si va molto avanti con i detti, con i proverbi. Me ne viene in mente uno che dice  “Chiù lunga è la pensata…più grande è la …”

Non possiamo, ci fermiamo lì…

Alessandro Pedivellano: Ok, ci fermiamo lì…Però ha un senso anche lavorativo, se vogliamo, nel senso che anche nel Gruppo Tecnocasa abbiamo imparato che non devi pensare tanto, devi fare, devi agire…In questi anni in Sicilia, ma immagino come è accaduto un po’ ovunque, ci siamo affidati alla visione di un fondatore, al metodo. Ancora oggi lo facciamo attraverso le linee guida della holding e quindi non c’è da pensare tanto, c’è da fare.

A proposito, Alessandro, hai un’occasione imperdibile per definire definitivamente se si dice arancino o arancino?

Alessandro Pedivellano: No, questa non va fatta. No, non può essere fatta. Allora, intanto, da buon palermitano devo dirti che l’arancina è femmina…Poi se questa parte si può tagliare bene, se non si può tagliare ti dico che rappresentando la regione, quindi essendo responsabile dello sviluppo dell’area Sicilia, ti dico che la chiamiamo arancin….Così facciamo contenti tutti o al limite scontentiamo tutti, però siamo rimasti in campo neutro.

Invece Gian Luigi ha un grande vantaggio, abita in una regione dalla longevità pazzesca. Ma c’è un segreto che si può rivelare?

Gian Luigi Trudu: Le teorie sono tante, come puoi immaginare. Qualcuno dice la qualità dell’aria, qualcun altro dice il cibo…Io posso portare un’esperienza personale. Ho avuto un nonno che è mancato l’anno scorso alla veneranda età di 95 anni ed ha vissuto la sua vita in montagna, sorseggiando vino e mangiando il formaggio. Quindi lascio a voi tutte le conclusioni…

Ultima domanda a bruciapelo, mare più bello? Sardegna, Sicilia?

Gian Luigi Trudu: È difficile rispondere…ma la Sardegna ha 1900 km di coste, le più ampie di tutta l’Italia, quindi si può scegliere dove andare….

Alessandro Pedivellano: Sardegna? L’altra che hai detto…

Una provocazione per concludere con il sorriso questa puntata, grazie Alessandro e Gian Luigi del vostro intervento….

Alessandro Pedivellano e Gian Luigi Trudu: A voi dell’opportunità.

 

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Le chiavi di casa, un podcast prodotto dal Gruppo Tecnocasa.