-20.02.25-
“I parametri di indicizzazione dei mutui, Euribor e Eurirs, – afferma Renato Landoni, Presidente Kìron Partner SpA – hanno avuto dal 2008 al 2020 un trend tendenziale al ribasso che ha portato alla registrazione del tasso medio minimo di sempre al 1,59% nel luglio 2020. Da quel momento, è iniziata una fase di rialzo che ha riportato in pochi anni l’indicatore al 4,92% nel novembre 2023. L’ultima rilevazione di dicembre 2024 ha segnato una contrazione del tasso medio al 3,55%”.
Queste variazioni dei tassi hanno avuto significativi impatti sulla domanda e sull’erogazione dei mutui. L’aumento negli ultimi 5 anni degli indicatori Euribor ed Eurirs ha portato a una forte contrazione della domanda di mutui a tasso variabile, spingendo la maggior parte dei mutuatari a preferire finanziamenti a tasso fisso, considerati più sicuri e prevedibili. Di conseguenza, le banche hanno adattato le loro offerte, applicando spread più elevati sui mutui variabili per compensare i rischi legati alle future oscillazioni dei tassi. Questo ha ulteriormente rafforzato la scelta dei mutui a tasso fisso, rendendoli l’opzione più conveniente per la maggior parte delle famiglie.
Il 2024 si è distinto per un fenomeno inusuale: i mutui a tasso variabile sono risultati più costosi rispetto a quelli a tasso fisso. Tale condizione ha spinto la quasi totalità dei mutuatari a preferire il tasso fisso, a causa di diversi fattori:
Secondo le attuali previsioni, nei prossimi mesi la Banca Centrale Europea continuerà a ridurre gradualmente i tassi di interesse. L’ultimo taglio, avvenuto il 30 gennaio 2025, ha portato il tasso di rifinanziamento principale al 2,90%. Tuttavia, la BCE rimane cauta riguardo alle prossime mosse.
“Nel mese di Gennaio 2025 – afferma Landoni, Presidente Kìron Partner SpA – i nostri dati interni mostrano che coloro che hanno deciso di optare per un prodotto fisso rappresentano il 95,5% del campione. Cala notevolmente rispetto allo scorso anno il ricorso al tasso variabile, arrivando a costituire lo 0,3% delle scelte dei mutuatari. In diminuzione anche i mutui a tasso variabile con CAP che rappresentano lo 0,1%. In aumento invece chi si indirizza verso il prodotto a tasso misto che è pari al 4,1% del totale”.
ESEMPIO DI RATA A TASSO FISSO E VARIABILE
Alla luce delle dinamiche dei tassi praticati a Gennaio 2025, è stato calcolato l’importo di un’ipotetica rata di un mutuo da 120.000 euro (corrispondente ad una percentuale di intervento pari al 75% del valore immobile) con una durata di 25 anni, sia per il prodotto fisso che per il prodotto variabile. Gli spread medi applicati dalle banche, monitorati e aggiornati da Kìron Partner nel corso del tempo, rappresentano il costo effettivo applicato dalle banche nel momento del calcolo: a Gennaio 2025 è stato stimato uno spread medio di 1,15% per il prodotto variabile e dello 0,55% per il prodotto fisso. La rata mensile per un mutuo a tasso fisso ammonta a 561 euro, mentre per un mutuo a tasso variabile sarebbe di 619 euro, con una differenza a favore del primo di 58 euro.
Renato Landoni, Presidente Kìron Partner SpA
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Fonte: Kìron Partner SpA, Gruppo Tecnocasa