Si può vendere la propria abitazione trattenendo per sé il diritto di usufrutto per un tempo determinato o anche per tutta la vita. Si incassa quindi il corrispettivo stabilito ma si può continuare a vivere nell’immobile o decidere di andare a vivere altrove e locarlo, incassando il relativo canone.
È anche possibile cedere il proprio diritto di usufrutto, ma nei limiti dei termini previsti nel contratto della vendita della nuda proprietà.
L’acquirente pagherà per l’immobile un prezzo inferiore (in misura commisurata all’età del venditore, al suo stato di salute e aspettative di vita) ma entrerà in possesso del bene solo nel momento in cui cesserà l’usufrutto.
Si applica al valore stimato di mercato dell’immobile un coefficiente legato all’età dell’usufruttario. I coefficienti sono redatti ogni anno dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e sono basati sulle aspettative di vita statistica in Italia e sul tasso di interesse legale in vigore. Il prezzo di vendita è in ogni caso determinato dal mercato.
L’usufruttuario mantiene il diritto di godimento del bene e, con esso, alcuni doveri:
Al nudo proprietario spettano le riparazioni e le spese straordinarie relative all’immobile. Può decidere di vendere in qualsiasi momento la nuda proprietà acquistata, salvo sempre l’usufrutto in capo all’originario proprietario.
Marzo 2018