PUNTATA 13 DI “LE CHIAVI DI CASA”, UN PODCAST DEL GRUPPO TECNOCASA
L’importanza dell’osservazione, la necessità di non improvvisarsi all’obiettivo e i consigli per valorizzare l’immobile per uno shooting. Pierpaolo De Angelis, fotografo e formatore del Gruppo Tecnocasa, racconta i segreti della fotografia nel mondo immobiliare.
Di seguito la trascrizione della puntata condotta da Matteo Ranzini.
Bentrovati a una nuova puntata del nostro podcast. Oggi parleremo di fotografia ma non di fotografia in generale quanto di fotografia applicata agli immobili, quindi daremo dei consigli utili a chi ci segue per valorizzare il proprio immobile in fase di vendita. Per fare tutto ciò l’ospite di giornata è Pierpaolo De Angelis, ben trovato!
Grazie Buongiorno a tutti.
Come ti devo definire “formatore”?
Decisamente formatore.
Insieme a Pierpaolo daremo dei consigli, anche delle chicche a chi ci segue per valorizzare il proprio immobile. Abbiamo chiamato questa puntata “Scatto di casa”…ti piace il gioco di parole?
Direi che nome migliore non poteva esserci.
Ok, approvato anche il titolo. Pier partirei da una considerazione generale, quali elementi chiave fondamentali, insomma, vanno considerati quando si affronta una sessione fotografica per un immobile in vendita?
Partiamo da un assunto, quello che vede la fotografia come una bugia. Mi spiego: quella che noi consideriamo una incrollabile verità anche da un punto di vista filosofico rappresenta una bugia, qualcosa che va ad alterare quello che noi stiamo guardando. Se ci pensiamo anche il semplice atto di inquadrare vuol dire includere ed escludere elementi a priori. Quindi quella che noi consideriamo una grande verità, tutte le immagini che vediamo, che possiamo tranquillamente avere in grande numero a disposizione, sono in realtà delle bugie. Quello che noi non dobbiamo fare per l’immobiliare è quello di creare una bugia molto grande, ovvero creare qualcosa che non sia corrispondente alla realtà. Io suggerisco sempre di avere cura, ma senza edulcorare quello che abbiamo di fronte. Se ci pensiamo bene, la fotografia dell’immobiliare è uno dei pochi casi nei quali una persona poi si reca sul set. Quindi non diciamo bugie. Il parallelo che mi viene in mente è quello con la fotografia di food, quelle immagini bellissime, con queste luci, queste atmosfere, questi piatti che attraggono tantissimo. Se noi avessimo la possibilità di essere su quel set, ci accorgeremmo che l’atmosfera, la luce, sono artificiali e addirittura quello che è presentato nel piatto, in realtà non è commestibile. Nell’immobiliare, invece abbiamo la fortuna, o la sfortuna, a seconda dei casi, di essere presenti su quel set e di verificare in maniera puntuale se quello che abbiamo visto nelle foto corrisponde alla realtà.
Abbiamo detto formatore perché tu tieni corsi in giro per l’Italia con gli affiliati del Gruppo. Che cosa è cambiato nel tempo? Anche in questi corsi è cresciuta una la soglia qualitativa relativa alla fotografia di immobili?
Assolutamente sì. Viaggio tantissimo per tutta l’Italia, in tutte le sedi regionali del Gruppo cercando di portare questa attività, una visione sulla fotografia di interni. Devo dire che oltre a darmi molta soddisfazione, mi piace molto l’attività in Aula, mi piace molto avere di fronte delle persone che partecipano pensando di avere di fronte qualcosa di difficilmente superabile. In quella mattinata, invece, escono con una serie di nozioni e di informazioni che reputano poi alla loro portata. Proprio perché quello che abbiamo cercato di fare tramite questo corso è quello di tradurre dei concetti complessi in consigli semplici per affrontare le quotidiane sessioni fotografiche di interni. La cosa più bella, nel momento in cui esco da queste aule, è incontrare le persone che hanno partecipato a questi incontri, quindi affiliati, collaboratori, collaboratrici, chi nell’agenzia si occupa di effettuare le fotografie e di vedere il loro sincero sguardo di approvazione. Qualcuno mi dice: non riesco più ad aprire la cartella con le vecchie foto, non per un problema di hardware, ma per il fatto che quello che facevo prima non mi soddisfa più. Hanno una nuova prospettiva, a proposito di fotografia.
A proposito di consigli che dai agli affiliati, ci sono degli errori comuni che anche noi possiamo commettere quando fotografiamo il nostro immobile?
Decisamente sì. Il fai da te nell’immobiliare è molto pericoloso perché la fotografia di interni ha una tecnica, ha un’attrezzatura, ma soprattutto un linguaggio. Non è un qualcosa che si improvvisa. Se la parte di attrezzatura che abbiamo a disposizione oggi, ad esempio lo smartphone, può essere adeguata ciò che fa la differenza è la capacità di osservare. E il linguaggio è qualcosa che si forma guardando quello che è già stato fatto. Consiglio spesso, durante i corsi, di osservare gli altri, ciò che fanno i professionisti. Ci sono riviste di settore che trattano argomenti alti e non strettamente legati a quella che è la nostra realtà, ma ci sono fotografia di semplici mobili svedesi che possono essere utili per avere delle reference. E quelle foto, anche semplici, sono però fatte da professionisti.
Dimmi un errore grande che, magari tenendo un corso, hai scoperto sulla fotografia di interni.
Paradossalmente il grande errore è quello di ritrarre case come il ponte del Titanic, con ambienti che si inclinano tipo Torre di Pisa…è la prima spia che indica un errore nella riproduzione della realtà. Come dicevo prima la fotografia d’interni, ancor prima dell’attrezzatura, ha bisogno della capacità di guardare in maniera precisa e puntuale quello che si ha di fronte.
Tante volte quando si parla di un immobile ci si concentra sull’illuminazione. Ci sono momenti migliori o peggiori durante la giornata per fotografare l’interno di un immobile, per valorizzarlo e per non commettere quegli errori di cui parlavamo prima?
Non esiste un manuale perfetto, ogni casa ha caratteristiche proprie di orientamento, di organizzazione degli spazi. Il corso che porto in tutta Italia non illustra come fotografare una cucina, ma offre gli strumenti per affrontare le difficoltà che si incontrano nelle sessioni fotografiche, anche in tema di luce naturale ed artificiale. Il mio consiglio è sempre quello di osservare ciò che ci circonda, una casa con molte finestre potrebbe essere sovraesposta a livello luminoso, la giornata in cui si fotografa potrebbe essere più buia rispetto alla luce abituale…esiste poi l’eterno dilemma “luci accese o luci spente” durante la sessione fotografica. Sinceramente non mi sento di dare una regola generale, personalmente preferisco lavorare con la luce naturale.
A proposito di valorizzazione di un immobile, può capitare di avere degli ambienti piccoli. Ci sono consigli per valorizzare ambienti di dimensioni ridotte?
Ci sono specificità tecniche ormai a disposizione di tutti, a partire dallo smartphone. E’ possibile, ad esempio, utilizzare la famosa fotocamera grandangolare che ci permette di guardare in maniera molto più ampia l’interno di un appartamento. Ovviamente si torna al concetto iniziale, non bisogna creare un’aspettativa eccessiva rispetto alle reali dimensioni degli ambienti. Una dotazione tecnica adeguata ci permette di fotografare in maniera più semplice le situazioni ostiche (corridoi, bagni ciechi). Più che affidarsi a “trucchi” è necessario creare l’appuntamento fotografico. Se, per esempio, dovessimo fotografare casa nostra come l’abbiamo lasciata questa mattina prima di uscire l’Asl non sarebbe d’accordo con le condizioni abitative…è una battuta per evidenziare che prima della sessione fotografica occorre riordinare gli ambienti, organizzare l’appuntamento, considerare questa attività un vero e proprio shooting. Non dobbiamo sminuire un’attività importante per questo è altrettanto importante utilizzare tatto quando ci rechiamo nelle case altrui.
Pier ti ringraziamo per le informazioni, i segreti, i consigli che ci hai dato.
Grazie mille.
Per domande o proposte relative ai contenuti del nostro appuntamento potete scrivere a social@tecnocasa.com.
Le chiavi di casa, un podcast prodotto dal Gruppo Tecnocasa.