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Un Gruppo giovane – intervista con Irene Tani

Categorie: Podcast

PUNTATA 02 DI “LE CHIAVI DI CASA”, UN PODCAST DEL GRUPPO TECNOCASA

Nella puntata di oggi di “Le Chiavi di Casa” del Gruppo Tecnocasa, Matteo Ranzini intervista Irene, giovane e intraprendente agente immobiliare di Tecnocasa Reggiana di Prato.

Irene, a soli 24 anni, ha intrapreso con successo la carriera nel settore immobiliare, passando dal ruolo di coordinatrice a quello di collaboratrice.

Irene nel corso dell’intervista condividerà con noi le sue esperienze lavorative, le sfide affrontate, i preziosi consigli ricevuti dai colleghi e quali saranno i suoi progetti futuri. Di seguito la trascrizione dell’intervista.

Bentrovati a una nuova puntata del podcast “Le Chiavi di Casa”.

Io sono Matteo Ranzini e oggi con noi l’ospite è al femminile, Irene Tani. Ciao Irene.

Ciao Matteo, buonasera a tutti.

 

Irene, ti chiediamo di presentarti, di raccontarci da dove vieni, in quale agenzia lavori e qual è il tuo ruolo.

Io vengo da Prato (un po’ si sente l’accento, è inevitabile) e lavoro presso l’agenzia affiliata Tecnocasa Reggiana e lavoro lì da due anni.

 

Faccio subito il cattivo: quanti anni hai?

Ho 24 anni e momentaneamente svolgo il ruolo di collaboratrice da più di un anno, anche se in realtà quando sono entrata svolgevo il ruolo di coordinatrice.

 

Ci racconti qual è la differenza tra questi due ruoli?

L’obiettivo è comune, però la coordinatrice si occupa per lo più del customer care, quindi della gestione dell’acquirente e della banca dati immobiliare. Si occupa di proporre immobili, fissare gli appuntamenti di vendita e molto spesso è lei stessa che li svolge. Questo può essere un vantaggio, perché conoscendo il cliente conosce gli elementi su cui poter puntare per proporre la casa.

Il collaboratore invece è colui che si occupa del venditore,  quindi crea un rapporto nella zona con il primo contatto di ricerca. Viene a conoscenza di una persona che può essere interessata a cambiar casa, spostarsi o anche semplicemente vendere un immobile vuoto che non gli è necessario. A quel punto il collaboratore dovrà sfoderare tutte le sue carte per acquisire l’incarico e condurre la vendita.

 

Come ti sei avvicinata a questo mondo? Non immagino Irene piccina che dice “Io voglio fare l’agente immobiliare da grande” …

In realtà è stato un caso, perché provengo da un settore completamente diverso. Ho terminato il mio percorso di studi a marzo 2022 e subito ho iniziato a cercare lavoro. Ho iniziato a fare diversi colloqui ma non vi erano posizioni stimolanti.

Quando invece ho fatto il colloquio con il mio attuale affiliato, mi sono rimaste impresse diverse cose, in particolare delle parole chiave come prospettive di crescita e formazione. Un futuro roseo, insomma.

Mi sono incuriosita e mi sono buttata a capofitto in questa esperienza. Ho iniziato ad acquisire delle competenze e mi sono resa conto che stavo facendo un investimento fruttuoso su me stessa, decidendo di continuare.

 

Ricordi il tuo primo giorno in agenzia? Eri spaventata?

Il primo giorno mi ricordo che davanti a me c’era questo ragazzo con i capelli rossi e gli occhiali che stava facendo una telefonata. Si chiamava Matteo e oggi è un ex collega. Era una forza: faceva queste telefonate e sarebbe stato capace di venderti anche la madre. Riusciva a fissare degli appuntamenti per degli immobili da ristrutturare o con diverse complicazioni, difficili da proporre per via telefonica. Io l’ho guardato e ho detto: “Mamma mia, devo diventare più brava di lui, sarà dura.” Però mi ha insegnato tante cose.

 

Un consiglio ricevuto da un collega che ancora ricordi e che rappresenta la tua stella polare nell’attività quotidiana?

Un collega a cui sono molto legata è Lorenzo, che tra l’altro adesso è responsabile di un’agenzia limitrofa alla mia, perché il mio affiliato ha opzionato un’altra zona. Non mi ha dato un consiglio in particolare, ma mi ha trasmesso la sua attitudine al lavoro. Si tratta di una persona estremamente positiva, molto autoironica e il fatto di essermi sempre potuta confrontare con lui mi ha dato forza e grinta.

 

Hai parlato di appuntamenti, vedere e acquisire gli immobili. Se tu dovessi vendere un immobile a un vip, a chi lo venderesti e perché?

Mi piacerebbe venderlo ad una persona di cultura o comunque attiva nel mondo delle arti visive. Penso a un cult italiano nel mondo della come Giorgio Armani, un punto di riferimento.

 

Avevi dei pregiudizi su questo mondo e sulle persone che lavorano in questo ambito prima di entrare e affacciarti anche tu a questa professione? E se sì, cos’è cambiato poi?

A dir la verità non avevo pregiudizi. Non conoscevo per niente il settore immobiliare e quindi quando mi sono approcciata mi sono resa conto che molte persone purtroppo avevano dei pregiudizi negativi nei nostri confronti. Spesso non dipendono da noi, ma sono considerazioni legate ad un passato in cui questa professione non era molto regolamentata e controllata, favorendo anche l’esercizio di persone non autorizzate. Nel Gruppo Tecnocasa però vedo che le persone sono propense a fidarsi: abbiamo già 40 anni di esperienza alle spalle, dunque si parte avvantaggiati.

 

Siamo curiosi di sapere la tua giornata tipo. Quindi che cosa succede dalla mattina alla sera? Immagino che ci siano orari stabiliti e non.

La giornata tipo è molto semplice: arrivo in ufficio, controllo l’agenda, qualcuno porta sicuramente qualche pasta da mangiare per inaugurare la giornata con il sorriso.

Dopo qualche ora di “zona” ci dedichiamo alla gestione degli incarichi, un po’ di banca dati, proposte. Dopo la pausa pranzo si torna in zona e, nel tardo pomeriggio abbiamo gli appuntamenti. Questo perché la maggior parte delle persone stacca da lavoro alle 17, 17.30. Quando possibile, facciamo gli appuntamenti di vendita anche al sabato, soprattutto per gli immobili con grandi spazi esterni al fine di valorizzarli meglio.

 

Quale consiglio daresti a un’amica, un amico o un coetaneo o a qualcuno che vuole intraprendere questa professione?

Gli direi di buttarsi, perché alla fine partiamo tutti dallo stesso punto di partenza. Non è un caso infatti che i ragazzi che vengono scelti sono selezionati con e senza esperienza e, in quanto l’obiettivo dell’azienda è formare il personale. Gli strumenti che vengono dati sono uguali per tutti: sta alla volontà e all’impegno del singolo riuscire a concretizzare il sogno di aprire un’agenzia propria o comunque continuare a lavorare nel settore.

 

A proposito del sogno di aprire un’agenzia propria: quand’è che veniamo a festeggiare ed inaugurare la tua?

Avevo già una data ma, per via di un infortunio i tempi si sono un po’ allungati. Però nel 2025.

 

Stiamo parlando sempre della zona di Prato.

In realtà non mi dispiace l’idea di spostarmi: mi piacerebbe affrontare anche uno sviluppo in una zona più rurale. Vengo da una zona con queste caratteristiche e dunque vorrei riscontrarli anche nella zona in cui lavorerò nei prossimi 30-40 anni.

 

E allora l’appuntamento al 2025! Noi ci verremo e ci aspettiamo un bel brindisi. Grazie Irene della tua partecipazione.

Per domande o proposte relative ai contenuti del nostro appuntamento potete scrivere alla mail social@tecnocasa.com.